La difesa svizzera è a un bivio. «C’è ancora un piccolo spiraglio aperto per noi».
Giovedì 7 novembre, circa 280 rappresentanti del mondo dell’industria e dell’economia si sono incontrati in occasione della conferenza informativa annuale per l’industria e dell’evento autunnale della Società svizzera tecnica e armata (STA) nella caserma di Berna. Urs Loher ha inaugurato l’evento con una presentazione dal titolo «C’è ancora tanto da fare!». Il capo delle Forze armate Thomas Süssli e la consigliera nazionale Priska Seiler Graf hanno esposto il proprio punto di vista relativamente all’attuale industria degli armamenti.
David Schenker, Aiuto alla condotta, Personale strategico
Dopo una breve retrospettiva sulla manifestazione dello scorso anno, Urs Loher ha lanciato il suo campanello d’allarme. Il titolo della presentazione, «C’è ancora tanto da fare!», viene inteso dal capo dell’armamento come una richiesta a se stesso, ad armasuisse, ma anche all’industria svizzera. Alla luce dell’attuale situazione globale, è chiaro che ora occorre prendere decisioni a favore della Svizzera come forte sede industriale. La credibilità della difesa svizzera è a un bivio ma «c’è ancora un piccolo spiraglio aperto per noi».
Si pone la domanda se la Svizzera voglia mantenere la propria industria degli armamenti nonché la relativa autonomia e la capacità di resistenza. Una via d’uscita dalle dipendenze esistenti consisterebbe ad esempio nell’aumento delle capacità industriali, che consentirebbe di creare un esercito con una maggiore capacità di resistenza. A tal fine occorre un’industria degli armamenti svizzera forte. Uno sguardo al di là dei confini nazionali mostra che i vicini Paesi all’estero non dormono affatto e alcuni stanno già passando all’economia di guerra.
« […] dal punto di vista della NATO siamo in un periodo prebellico in Europa, non più in un’epoca di pace. La prossima fase sarà l’economia di guerra»
In concreto ciò significa che dobbiamo dimostrare al mondo, all’Europa, ai nostri vicini e ai nostri partner che abbiamo un piano per l’armamento. Dobbiamo riconquistare la fiducia persa. Dobbiamo essere considerati come una parte integrante del tutto nonché come dei partner. Dobbiamo quindi giocare d’anticipo prima che il conflitto arrivi da noi. L’obiettivo è puntare sull’acquisto efficiente e congiunto mettendo al contempo in sicurezza le catene di approvvigionamento nonché identificando i beni chiave e le relative tecnologie. Occorre migliorare e incentivare l’interoperabilità e l’intercambiabilità. È necessario che la Svizzera possa mantenere una capacità di difesa credibile per non restare indietro. A questo scopo, il capo dell’armamento ha presentato un programma composto da 5 punti:
- 1. Programma d’armamento affidabile e a lungo termine (partenariati e contratti pluriennali)
- 2. Stipulazione di partenariati nazionali e internazionali nonché di collaborazioni nel campo dell’armamento tra armasuisse/l’esercito e l’industria
- 3. Identificazione dei beni chiave (futuri) d’armamento e degli elementi critici nella catena di approvvigionamento
- 4. Rafforzamento della RUAG per ottenere la capacità di resistenza più lunga possibile dell’esercito, inclusi il tracciamento e la messa in sicurezza della catena di approvvigionamento
- 5. Maggiore partecipazione a programmi di ricerca internazionali
Prima di passare la parola al comandante di corpo (cdt C) Thomas Süssli, Urs Loher ha concluso il suo discorso con una citazione di Charles Darwin: «Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti».
Il capo delle Forze armate, il cdt C Thomas Süssli, ha poi fatto una presentazione dal titolo «L’importanza del quadro generale». Il capo delle Forze armate ha partecipato a visite e colloqui con Lituania, Estonia e Polonia e ha fornito informazioni sulla minaccia rappresentata dalla Russia. Il messaggio è il seguente: «Non possiamo permetterci di essere deboli. Dobbiamo essere nelle condizioni di difendere la nostra sovranità a terra, in aria e nel ciberspazio». Dopo questo contributo all’insegna dell’attualità, il capo delle Forze armate ha illustrato la strategia per lo sviluppo del futuro Esercito svizzero. Da un lato occorre sviluppare ulteriormente in modo adattivo le capacità militari esistenti sfruttando i vantaggi e le opportunità offerte dal progresso tecnologico e, dall’altro, bisogna intensificare e ampliare in misura ancora maggiore la collaborazione e le cooperazioni internazionali.
Priska Seiler Graf, consigliera nazionale e presidente della Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale, ha fornito informazioni sulle sfide a cui deve far fronte l’industria degli armamenti, esprimendosi a favore di una maggiore protezione delle catene di approvvigionamento e quindi della riduzione dei rischi da affrontare. Il suo messaggio nel quadro della formazione di un blocco sempre più forte è stato il seguente: «Dobbiamo decidere con chi vogliamo fare affari». A questo proposito ha mostrato come la piazza finanziaria e delle materie prime finanzierebbe guerre ibride anti-occidentali e aperte e, alla fine, sarebbe l’industria svizzera a pagarne l’elevato prezzo.





