Fanny Chollet conclude con successo la formazione come pilota collaudatrice presso la U. S. Air Force
Fanny Chollet sta per concludere con successo la sua formazione come pilota collaudatrice presso la U. S. Air Force. Presto tornerà quindi in Svizzera, dove proseguirà il suo lavoro in armasuisse nell’ambito delle prove in volo. Nell’intervista racconta l’anno di formazione più impegnativo della sua carriera.
Kaj-Gunnar Sievert, settore specialistico Comunicazione, Personale strategico

Fanny, la prossima settimana concluderai con profitto la tua formazione come pilota collaudatrice presso la U. S. Air Force. Cosa ti passa per la testa?
È stata un’esperienza che mi ha arricchito molto. Ho imparato tanto, e di certo sentirò la mancanza dei voli sopra il deserto del Mojave, così come della leggendaria Edwards Air Force Base. Si è trattato, tuttavia, anche dell’anno di formazione più impegnativo della mia carriera, sia a livello di ritmi sia per quanto veniva richiesto. Diplomarsi presso una scuola per piloti collaudatori era ad ogni modo uno dei requisiti del mio posto come pilota collaudatrice presso armasuisse e sono felice di averlo soddisfatto.
La formazione è durata circa un anno. Me la descriveresti a grandi linee? Quali blocchi didattici erano in programma?
La formazione prevede corsi accademici e voli di prova. Tutti i voli vengono valutati e si affrontano tutti i temi importanti che un pilota collaudatore deve conoscere, come per esempio la preparazione del primo volo in assoluto su un aereo nuovo oppure il test di aggiornamenti critici del software o dell’efficienza di un sensore. Si impara anche a documentare in maniera comprensibile i voli di prova, così come a formulare raccomandazioni. La formazione è articolata in tre parti principali: «performance», «flying qualities» e «mission systems».
Quale blocco didattico o unità didattica ha rappresentato per te la maggiore sfida? E per quale motivo?
La maggiore difficoltà consiste nel mantenere alto il livello per un periodo di tempo prolungato. Non ci sono pause: ogni settimana c’è un esame scritto da sostenere, un volo di prova da preparare o una relazione da consegnare. Per tutto l’anno non si può mai allentare la tensione.
In Svizzera hai volato con tutti i tipi di velivolo di cui dispongono le Forze aeree. Quali nuovi modelli si sono aggiunti? E come ti sono sembrati?
Qui ho avuto l’opportunità di volare su molti aeromobili diversi: saper valutare diversi tipi di velivoli e disporre della necessaria flessibilità fa appunto parte della formazione di pilota collaudatore. Gli aerei principali sono stati il F-16, il T-38 e il C-12. Ho potuto anche svolgere la cosiddetta «Qualitative Evaluation» e tra gli altri ho pilotato C-17, P-51, F/A-18 Super Hornet ed L-39. Man mano che nel corso del programma si acquisisce una maggiore esperienza, si impara a distinguere cosa bisogna assolutamente sapere in merito a un velivolo e alla relativa prova prima di poterlo pilotare in sicurezza, anche quando il tempo di preparazione è limitato.
Una parte della formazione si è svolta in Spagna. Come mai? Cosa hai fatto lì?
Durante la formazione si visitano altre unità che si occupano di prove in volo. Tra l’altro, siamo stati alla US Navy Test Pilot School di Patuxtent River, alla Eglin Air Force Base nonché presso la CLAEX, l’unità per le prove in volo dell’aeronautica spagnola presso la base aerea di Torrejón in Spagna. Lì abbiamo volato sul CASA-101 e abbiamo avuto modo di confrontarci con altri piloti collaudatori sulle loro missioni.
Oltre a te c’erano altri partecipanti stranieri a questo corso?
Di norma, presso la scuola per piloti collaudatori della U. S. Air Force ci sono solo due partecipanti stranieri per ogni classe. Nella mia, oltre a me c’era un ingegnere addetto alle prove in volo canadese.
Quali saranno i tuoi prossimi passi ora che hai concluso la formazione?
Presto tornerò in Svizzera, dove continuerò il mio lavoro di pilota collaudatrice nell’ambito delle prove in volo presso armasuisse.
Cosa ti è mancato di più della Svizzera?
La mia famiglia e i miei cari. La differenza di fuso orario (9 ore) ha reso talvolta difficile la comunicazione e non vedo l’ora di rivederli.
Si è trattato, tuttavia, anche dell’anno di formazione più impegnativo della mia carriera, sia a livello di ritmi sia per quanto veniva richiesto.Per tutto l’anno non si può mai allentare la tensione. Non ci sono pause: ogni settimana c’è un esame scritto da sostenere, un volo di prova da preparare o una relazione da consegnare.
Breve ritratto
Fanny Chollet (33) ha iniziato la sua carriera da pilota concludendo con profitto l’istruzione aeronautica preparatoria (oggi SPHAIR) nel 2010. Dopo la maturità ha intrapreso la carriera militare, nel corso della quale – passando per diverse tappe e formazioni sia civili sia militari – ha ottenuto il brevetto di pilota militare. L’attuale capitano Chollet ha concluso nel 2018 la propria formazione sull’F/A-18, diventando pilota militare di professione. Nell’autunno del 2022 ha ottenuto il diploma di master in ingegneria aerospaziale presso il Georgia Institute of Technology negli Stati Uniti, nonché un master avanzato in aeronautica presso l’ISAE-SUPAERO di Tolosa in Francia. Dal suo passaggio ad armasuisse nel 2021 è attiva come pilota collaudatrice.



